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Il
primo consiglio è comunque
quello di rivolgersi dal medico anche se, proprio per la poca
notorietà del problema, e a discapito della sua
diffusione, potrebbe anche darsi che il paruretico non sappia nemmeno di
soffrire. Il principale scopo di questo sito è di rendere nota la
paruresis e creare un confronto tra coloro i quali ne sono affetti, sicchè
sia possibile compararsi nei metodi e nell’ autodisciplina del proprio
sistema psico-fisico.
Terapie: Vi
sono varie terapie per vincere la sindrome, prima fra tutte l’ autoconvincimento che è cosa normalissima fare i propri bisogni anche se
in presenza di altre persone. Segue la comune terapia pratica per le
fobie, ossia la esposizione graduata alle situazioni che creano stress all'individuo. Ciascuna sessione
consiste di più tentativi ad urinare in situazioni ogni volta più
difficoltose per il paruretico, al fine di rieducare quella parte del
cervello che vede quella data situazione con ansia. Per ottenere ciò, è
necessario che il soggetto beva molta acqua prima di ogni sessione in modo
da avvertire un bisogno strettamente fisico, alto e urgente di
urinare(senza esagerare per preservare il corretto funzionamento del
sistema urinario). Le sessioni possono essere effettuate da
soli, affrontando quelle situazioni che in genere si eviterebbero, oppure
con qualcuno che assista. Quest' ultimo è il metodo più consigliato in
quanto si possono stabilire dettagliatamente con qualcuno le
condizioni di pratica secondo le esigenze del paruretico. E' inoltre
consigliato cominciare con sessioni partendo da situazioni di minor
stress, per poi aumentare la difficoltà in base alle necessità del paruretico.
Il fine evidente è quello di rieducare il cervello per far si che si
accorga che le situazioni che prima vedeva ansiogene, in realtà sono del
tutto normali. Pertanto, nelle sessioni, da situazioni in cui il compagno è
lontano dal paruretico nell'atto di urinare, si arriva a situazioni in cui
si riesce a farlo in completa presenza del medesimo. Per ciascuna sessione
si consigliano più tentativi di urinare. Ogni volta che si riesce nell'
intento, fermarsi dopo qualche secondo che si ha cominciato ad urinare, e
fare una breve pausa per ritentare subito dopo. Nell' atto di urinare, è
consigliabile mirare il flusso per fare rumore il più possibile in quanto
generalmente il suono dell' urina è causa di preoccupazione per molte
persone che soffrono di paruresis. E' inoltre consigliabile che, una volta inziato ad urinare, si faccia cenno
al proprio partner perchè si avvicini verso di voi. E’ intuibile che
questo genere di terapia affronta il problema tramite un percorso
graduale di desensibilizzazione, ed è la medesima utilizzata per le fobie
in generale.
Alternative:
Alcuni paruretici hanno trovato utile praticare l'autocaterizzazione
(spiegando il motivo difficilmente l'urologo vi negherà la spiegazione del
metodo) questi permette di affrontare viaggi o permanenza altrove,
sentendosi in qualche modo autonomi (tranquilli) di poter far fronte ad
una eventuale situazione di totale blocco se non esistesse proprio alcuna
opportunità ideale di poter urinare. Usare cateteri vescicali monouso
senza sacca, preferibilmente autolubrificanti (per una maggiore
lubrificazione nelle farmacie è possibile
trovare della vaselina con anestetico).
Attenzione: maneggiare il tutto con le mani ben pulite! Dopo averle lavate si può
far uso di fazzoletti germicida, per la comune disinfezione di ferite,
acquistabili nelle farmacie. Procedere all'autocaterizzazione con calma,
perché nessuno al di là della porta del bagno ha l'autorità di farci
fretta. |
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